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La poesia che segue è contro il Baldasseroni.

SUPPLICA AL GRANDUCA.

Prence! Dacchè poneste al ministero
     Un uom senza opinione e senza fama,
     Pallone, prepotente, asino, altero,
     Contro del qual tutta Toscana esclama:
     — È questi il Robespier Baldasseroni
     Che Pluton se lo prenda fra i demoni!
     Il disordine è nato e lo scompiglio
     Tanto dentro, che fuori del Consiglio.
     Talchè è pubblica voce per Firenze
     Che egli ne impone alle altre Eccellenze;
     Se tal cosa sussiste, è da Baccelli
     Il non fare di lui come a Ciantelli.

Pel varo del Giglio, legno a vapore della marina granducale, corse il seguente epigramma:

Perchè non possa al prisco onor tornare
Baldasseroni l’ha gettato al mare.

Il Giglio, come si sa, è lo Stemma della città di Firenze.


Sparsasi a Firenze la notizia della morte di Gregorio XVI, fa diffusa una litografia rappresentante il Papa ubbriaco, giacente al suolo, e con sotto la scritta: Dio in terra. Quasi nello stesso tempo fu trovato affisso al muro, accanto al Gabinetto Letterario del Vieusseux, a santa Trinità, il seguente scherzo:

     Sapete ch’è stato?
Vi è noto il gran caso?
Il Papa è crepato
D’un canchero al naso.

     E un dèmone sgherro
Col viso di scherno
Per strada di ferro
Lo trasse all’inferno.

     U’ in giro abbrustito
Percorre con esso
D’un cerchio infinito
L’odiato progresso.