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zia sinonimo di scostumatezza. Agli occhi di una polizia bigotta, che aveva pretese di farsi credere tale, chi era liberale, era nello stesso tempo scostumato. Con un rapporto del 7 marzo 1828, l’Ispettore di polizia, trattando ex professo della scostumatezza che regnava nelle alte classi sociali di Firenze, non trovava altro rimedio al male, che di giorno in giorno si faceva maggiore, se non quello di mandar via dal Granducato gli eroi dell’alcova e del tavolino da giuoco, se stranieri; minacciarli in caso di ostinazione d’uno o due mesi di reclusione in un convento solitario, se toscani. E perchè l’illustrissimo signor Presidente del Buon Governo potesse far subito la scelta, il signor Ispettore, insieme al rapporto, sottoponeva al superiore una nota di trentacinque individui, quasi tutti stranieri e, meno pochissimi, portanti dei nomi registrati nell’almanacco di Gotha. Come cattivi soggetti, dediti al malcostume o professanti massime pericolose, o come allora si diceva in gergo poliziesco, anti-politiche, figuravano, in quell’abbozzo di tavole di proscrizione, i due principi di Demidoff, il marchese Giuseppe di Raddusa, esule siciliano, il duca don Salvatore Sforza-Cesarini (fin d’allora amico di Massimo d’Azeglio, il quale, nei suoi Ricordi, descrisse il famoso castello che il principe aveva a Marino e dove una certa notte i topi diedero tanto da fare al futuro autore d’Ettore Fieramosca), il principe Poniatowscky, i fratelli Carlo ed Alessandro Poerio. Di quest’ultimo, l’Ispettore parla nei seguenti termini: „Fa il bello spirito, infondendo massime e principii detestabili (ecco il liberalismo battezzato per immoralità) nell’animo dei giovani di buona famiglia della capitale, tanto in rapporto alla religione che alla morale. È presuntuoso, arrogante, incontrando facilmente disputa nelle società e luoghi pubblici. È quello che nel 1825 sfidò a duello il giovine fiorentino Tito Del Rosso e riportò dal commissariato del quartiere di Santa Croce dei rigorosi precetti colla comminazione dell’allontanamento dalla Toscana. Ed è poi quello che nel terminare del decorso carnevale sfidò pure a duello il signor Borch, segretario della legazione russa, per la qual causa la matti-