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Nei primi anni della restaurazione, la presidenza del Buon Governo, benchè retta da un ex-giacobino che quanto a costumi si ricordava d’avere vissuto gli anni della sua giovinezza in mezzo ad una società scollacciata, credeva che fosse una delle sue precipue attribuzioni, quella di richiamare, mercè dei cauti provvedimenti di polizia, sulla via della rettitudine i traviati, specie le Manon Lescaut di buona famiglia. Era quasi un camminare sulle orme dell’umile legnaiuolo di Nazareth; soltanto la parola d’un capo di polizia non poteva riuscire inspirata come quella dell’immortale amico dei deboli e degli oppressi, nè i cuori delle Manon Lescaut delle famiglie patrizie fiorentine erano tanto sensibili perchè potessero ascoltare con profitto i savi precetti del buon presidente.

Così il 14 agosto 1814, avendo appreso da una relazione dell’Ispettore di polizia che in città, si commentava sinistramente la condotta dei coniugi De L.....z - Da Fi....a, il presidente Puccini, che quindici anni prima aveva ballato intorno all’albero della libertà che gli scamiciati di via Calimaruzza e di via degli Strozzi avevano piantato in piazza della Signoria, fece chiamare il signor Carlo De L.....z e gli disse a bruciapelo:

— Signore, so che lei è ammogliato ed ha in isposa una dama della nobilissima famiglia Da Fi....a. So pure die lei trascura affatto la sua signora.....

— Viviamo perfettamente d’accordo.....

— Cosa vuoi dire?...

— Che ognuno di noi, in seguito ad accordi, si è creata una famiglia da sè. Come V. S. Illuma deve sapere, io vivo maritalmente colla signora B...ni, e la mia signora vive non meno pubblicamente di me col sig. Bess... uffiziale fiammingo....

— Lei sa anche questo?..,

— Sicuro, e non ci trovo nulla da ridire....

— Ma la morale?

— La morale, ne convengo, ci deve stare a disagio fra due unioni illegali.... Ad ogni modo, le nostre due famiglie non sarebbero sole a dare il triste esempio....