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l’onore di appartenere, contava nella famiglia come il due di briscola. Il marito-cavaliere, per altro, viveva in perfetta armonia colla contessa-moglie. Ognuno di loro aveva il suo appartamento, il suo personale di servizio, il suo circolo di conoscenze, le sue abitudini. La signora andava al teatro? Il marito andava al Casino. La signora andava ai famosi ricevimenti della contessa d’Albany? Il marito aspettava precisamente quella sera per andare a far visita ad una principessa russa o ad una dama inglese. La signora ordinava la vettura per fare una trottatina alle Cascine? Il marito restava in città. La signora andava all’opera, alla Pergola? Il marito andava alla commedia, al Cocomero. Marito e moglie pranzavano insieme quando.... non pranzavano separati. Così le occasioni di guastarsi il sangue erano studiosamente evitate, e l’armonia più invidiabile regnava in quella casa.

Ma il dramma intimo, galante che si svolgeva sotto quel tetto, parve ad un tratto che uscisse fuori di quella falsariga sulla quale si modellavano allora gli amori.... in partecipazione. Nei circoli aristocratici, nei colloqui dei conoscenti cominciarono a farsi strada certe voci per nulla lusinghiere sul conto dei nostri due amanti, specie del Mollerus. La stessa contessa d’Albany ne scrisse qualche cosa al Foscolo, s’intende, per farlo arrabbiare ed anche un po’ per punirlo di non aver voluto fare un sol dito di corte alle sue grazie parecchio mature. L’ex-bella dell’autore di Jacopo Ortis era anche scomparsa dal gran mondo per qualche tempo, e su questa scomparsa le solite male lingue avevano fatti certi commenti, che se fossero arrivati all’orecchio d’Ugo, Dio sa quali sdegni avrebbero suscitato nell’animo vulcanico del poeta!

Ma, malelingue a parte, la condotta, se non della contessa, certo del Mollerus destò una viva indignazione in tutto quel mondo d’innamorati e d’innamorate in attività di servizio o in riposo; e più di tutti ne fu indignato l’illustrissimo signor cavaliere Aurelio Puccini, presidente del Buon Governo, al quale, in tutta segretezza, la nobilissima madre della bella contessa aveva creduto suo dovere di ri-