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quando il Colpani, un abate di Brescia, enumerando le virtù che occorrevano ad un compito cicisbeo, cantava:

„Sappia or presso la tempia ed or vicino
  Al vermigliuzzo tumidetto labbro,
  Or su la molle alabastrina gota
  La nera macchia collocar con arte.„

Ma la povera signora non doveva portare le gramaglie che per poco. Il piccolo e bendato arciero (la mitologia non era stata ancora bandita dal regno della poesia) non rimase a lungo inoperoso. Difatti, sul principio dell’anno 1815, arrivò a Firenze da Napoli la principessa di San Sev..o, una gran dama circondata da una piccola corte, quasi fosse una regina viaggiante in incognito, e servita — la parola era del tempo — da un bel giovane olandese, dal portamento piuttosto marziale, che nei ricevimenti dei ministri ai quali fu subito ammesso, portava una bella uniforme straniera. Si chiamava Enrico Mollerus e si diceva che fosse figlio d’un Consigliere intimo di S. M. il Re dei Paesi-Bassi, benchè a taluni — e fra questi c’era il Poliziotto autore dei nostri appunti — paresse un avventuriere avendo già servito, non si sapeva bene, se in qualità di uffiziale, di paggio o di scudiere, alla corte di Madrid e a quella di Pietroburgo. Qualunque fosse il suo passato, gli è certo che in quella microscopica corte viaggiatrice, egli occupava il primo posto nella sua qualità d’assistente della gran dama.

La principessa poi, stante il silenzio dei nostri appunti, non sapremmo dirle, signora lettrice, se fosse giovine o attempata, bella o brutta, bionda o bruna; le note dell’Ispettore dicono che appena il Mollerus conobbe nel famoso salotto dell’amica dell’Alfieri la nostra contessa, se ne invaghì pazzamente. La passione del giovine straniero fu corrisposta dalla leggiadra dama, ed allora cominciò un romanzo galante i cui capitoli si svolsero fra i sarcasmi della d’Albany a cui ogni fiore deposto sull’ara della gioventù e della grazia era per lei, vecchia e ridotta alla parte di spettatrice, uno sterpo, un pruno, e le furie gelose dell’altra dama, la principessa. Questa però non era gran dama per