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Corsini informava il Presidente del Buon Governo, come il Granduca avesse disposto che spirato il termine della carta di soggiorno accordata agli esuli napolitani, se già residenti in Toscana, fossero espulsi; e se non ancora arrivati, fosse loro accordato un breve termine per ripassare la frontiera.
La misura era troppo inumana e contraria alle tradizioni toscane, perchè potesse trovare una rigorosa applicazione. Il 23 marzo, il ministro Fossombroni, informato dell’arrivo a Fiume del generale Pietro Colletta e del colonnello Gabriele Pepe non che della loro intenzione di venirsi a stabilire in Toscana, ordinò che fossero immediatamente avvertiti della misura adottata contro i proscritti napolitani. Ma l’avviso ai due esuli non pervenne che quando già avevano posto il piede in Toscana; ed essi rimasero dolorosamente colpiti allorchè presentatisi in Firenze, il 26 marzo, all’ufficio dei forestieri, fu loro negata la carta di soggiorno; la qualcosa era per essi lo sfratto. Allora il Colletta ed il Pepe pregarono la Polizia che prendesse atto delle seguenti loro dichiarazioni:
„Che fino dal novembre passato fu loro notificato a Brünn, in Moravia, dove trovavansi relegati, ch’era cessata la loro relegazione e che potevano partire a loro talento; che avendo domandato al Governatore della Moravia se potevano domandare i passaporti per Firenze, fu loro risposto che li domandassero pure, ma che vi aggiungessero l’alternativa Firenze o Roma; che risoluta favorevolmente la loro domanda, si rivolsero allo stesso Governatore per essere assicurati che il Governo toscano e quello di Roma non avrebbero avuto difficoltà di riceverli ed evitare così il caso di fare un lungo e dispendioso viaggio; che dopo due mesi ebbero in risposta che non vi sarebbe stata difficoltà alcuna e che a Vienna i loro passaporti sarebbero stati vidimati tanto dal Nunzio Pontificio, quanto dall’incaricato d’affari di Toscana, come difatti seguì; che infine si trovano nel più grande imbarazzo per non sapere ove volgersi tosto che venissero cacciati dalla Toscana.„
Il Governo si lasciò pregare un poco; poi finì col ce-