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Dumas che dietro gli applausi si volesse chiamare sul palcoscenico l’autore, partì dal teatro prima che terminasse la rappresentazione.„

Se Dumas era un grande fabbricatore di romanzi, anche la signora che viveva con esso lui, e che abbiamo visto qualificare dalla polizia per moglie del poeta, ne manipolava qualcuno per suo uso particolare. Erano questi, peraltro, romanzi in azione, scritti a quattro mani e all’insaputa dell’utore della Tour de Nesle. La Polizia, difatti, che aveva lo sguardo acuto, sorprese uno di questi romanzi della pseudo-moglie del Dumas; e in un rapporto del 30 ottobre 1841 narra che lo scrittore francese, dovendo partire per Parigi insieme alla sua compagna, per una malattia sopravvenuta a un tratto a quest’ultima, fu costretto a mettersi solo in viaggio. Ma la malattia della signora non era che simulata. Partito il poeta, la sua compagna passò allegramente otto dieci giorni insieme a un francese, amico intimo del sedicente marito ed insieme al quale poi tornò in Francia.

Un’altra apparizione fece il Dumas a Firenze nell’anno successivo. Ne troviamo nota in un rapporto del 19 febbraio 1842: „È stato parlato di un duello che doveva accadere fra il principe di Canino genero di Giuseppe Buonaparte (l’ex-re di Spagna) e il di lui cugino Napoleone figlio dell’ex-re Girolamo per causa di discorsi ingiuriosi che il primo si permetteva di fare a carico dei suoi parenti, per cui il secondo l’aveva sfidato a duello; ma dicesi che il noto letterato Dumas riuscisse a riconciliarli e che il principe di Canino si recasse colla moglie a far visita al principe Girolamo loro zio per scusarsi delle ciarle che in proposito erano state fatte.„

Altra apparizione del Dumas a Firenze, nel 1843. Era venuto anche a soggiornarvi in quei giorni il conte Vitaliano Vimercati, un gentiluomo milanese che fra una cospirazione e l’altra trovava il modo di menare una vita elegante e di corteggiare le signore. Imbattutosi nei salotti aristocratici in uno scrittore francese, Giulio Lecomte, grande corteggiatore di dame ricche, ma quasi sempre vecchie e brutte, l’accusò di ricatti odiosi. Imperocchè (sempre stando a