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era, specie per la polizia, lo spirito più turbolento di tutto il granducato, e la sua visita allo scrittore francese non poteva che accrescere i sospetti che destava quest’ultimo.

Alessandro Dumas arrivò a Firenze il 1 luglio e prese alloggio all’Albergo di Londra. Aveva seco due signore, sorelle, cui la polizia sempre curiosa trovava molto avvenenti, ed una delle quali, Ida Terrier, di Nancy, era stata presentata dal fecondo romanziere per la signora Dumas. Per altro, il soggiorno del Dumas a Firenze non presentò nulla di notevole; l’autore d’Antony e le sue compagne non pensavano che a scialarla. Pranzi succulenti, scarrozzate, passeggiate nei d’intorni della città, teatri, visite alle gallerie, ecco ciò che riempiva le giornate della nostra lieta e giovanile brigata.

Il Dumas, al contrario del principe di Metternich, non amava che mediocremente i luigi d’oro, di cui erano ben fornite le sue tasche. Quel pezzo di giovanotto alto, robusto, dai capelli crespi, dalle labbra grasse, sensuali, dall’aria così gioviale, aveva le mani bucate.

S’assentò, solo, da Firenze per pochi giorni; e fatta una corsa sino a Roma, al suo ritorno, insieme alle sue signore, se ne tornò in Francia.

Vi apparve, più tardi, una seconda volta; e frutto del suo soggiorno sulle sponde dell’Arno fu il libro: Une Année à Florence, che il presidente Bologna chiamava un libro riboccante d’inesattezze e di falsità. Era il 1841; il grasso Dumas, malgrado il suo viso da cuor contento e le sue relazioni intime coi membri della famiglia di Luigi Filippo re dei francesi, che faceva di tutto per cancellare con una spugna inzuppata nel conservatorismo della più bell’acqua il suo passato di rivoluzionario, era sempre ritenuto dalla polizia toscana come un soggetto equivoco, e com’è naturale, era sorvegliato. Sotto la data del 10 giugno, l’ispettore riferiva sul conto di lui: „È tornato da Parigi Alessandro Dumas insieme alla moglie.... Mercoledì sera trovavasi con questa al Cocomero in un palco al primo ordine. La compagnia francese Doligny rappresentava: Jarvis l’honnête homme, che venne applaudito dal pubblico. Credendo