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che Venere, madre degli amori, ricoprisse d’un fitto e prudente velo quel loro viaggio di circumnavigazione intorno al suo giardino, accomiatolli.

Ma Venere pare che non fosse più in tempo per tirare fuori dai suoi bauli quel certo velo invocato dall’ex-amica d’Ugo, e la gustosa e ridanciana novella fece il giro della città, e, naturalmente, in quel suo giro, non mancò di fare una punta sino al Palazzo Non-finito, dove la polizia, sotto forma di rapporto all’illustrissimo signor presidente, la consegnò agli archivi.

E il marito? domanderanno le nostre cortesi lettrici. Oh! Sua Eccellenza R.......y, benchè ungherese, discendeva in linea retta da Menelao.... Le nostre signore lettrici devono capire.... Quel certo re Menelao che nella briosa operetta d’Offembach le ha fatto tanto ridere. Era quindi naturale che le avventure della moglie lo lasciassero indifferente; ma chi, quelle avventure da Decameron non potevano lasciare indifferente, era la corte di Vienna; e il povero marito fu costretto a dare le sue dimissioni.

Qui lasciamo la parola al signor Ispettore di polizia:

„Si parla nelle nobili conversazioni del dispiacere provato dalla contessa R.......y nell’avere inteso dal marito che aveva domandato ed ottenuta la sua dimissione. Vuolsi ch’egli facesse una tale dimanda all’insaputa della moglie, e giuntagli la notizia delle accettate dimissioni, prendesse occasione che la moglie si recava al passeggio per dirle: „Divertitevi, perchè presto partiremo pel nostro castello d’Ungheria avendo io offerto le mie dimissioni, che S. M. l’Imperatore ha accettato.„ A tale annunzio dicesi che la contessa cadesse in isvenimento e convulsione; dopo di che si dèsse a strapparsi i capelli dimostrando una vera disperazione. S’aggiunge che il ministro era stato ridotto a dimettersi per la condotta della moglie troppo franca in galanteria.„