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A T T O

Ben mi duol del tuo mal, ch’io sò per prova
Quant’è infelice, e misero l’amante,
Che non è riamato;
Ma sappi, ch’altro oggetto,
Non piace a gli occhi miei, che ’l vago Uranio,
Uranio è, che tien sol l’anima mia,
Ed ella altro ricetto,
Nè più soave carcere desia.
E perche m’è di noia ogn’altra vista,
Da te mi parto, e vò cercando lui.
Tir.Deh chi mi toglie di mirar, ahi lasso,
La serena beltà? chi mi disgiunge
Dal mio bel Sole, e chi me ’l toglie, e fura?
Dunque mirar colei più non debb’io,
Che sola mi può far lieto, e felice?
Ahi com’aspra, e pungente
N’è stata, anima mia, la tua partita.
O fugitiva Ninfa, aspetta almeno
Tanto, che come Dea t’adori, poi
Che sdegni, come Ninfa esser amata.
Hor sì, che con mio duol conosco, e provo
Quanto sia grande l’amorosa forza:
E non è cosa in terra,
Che non ceda ad Amore;
Ma vò seguir colei, ch’al suo partire,
S’hà portato con se anima mia.




SCE-