A cui donato fù, non viene il dono,
Non torna in libertà, come era prima,
Del donator il dono?
E se ben rifiutata,
Sarà la gratia tua; nondimen’io
Accetterolla volentieri, o bella,
E gratiosa Ninfa, e se per tuo
M’accetti, tu vedrai per l’allegrezza
Danzar la greggia mia,
E saltellar il mio cornuto Armento.
Mir.Quando del dono mio fusse avvenuto
Quel, che mi narri, all’hor potrei concederti
La gratia, che mi chiedi, ma saprai,
Ch’Uranio volentier accettò in dono
L’arso mio cor, non già per conservarlo
Nel suo candido seno, ma per farne
Crudelissimo stratio; e s’egli tiene,
Giusto è ben, che à lui solo
Mi volga, e lui sol ami; e s’io volessi
Amarte, non potrei di core amarti,
Poi che priva ne sono.
Tir.Mirtilla, morte mia non dirò vita,
Patirai ch’io languisca
Sol per amarti al par de gli occhi miei?
Non sai tu, ch’è proverbio da Natura
Dettato, Ama chi t’ama?
Mir.Ahi, s’ogni amato riamar dovesse,
Per natural costume, io non sarei
Come tu vedi afflitta, e mal contenta;