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Q U A R T O. 37

Come soliti sono; ò sia per tema,
O pur per odio, che nè questo posso
Affermarti, nè quello.
Basta ch’allhora i peregrini Tordi
Incautamente al non pensato male,
Corron con presto, e furioso volo;
E rideresti tu certo, vedendo
Con quale, e quanta lor vana fatica
Studian di liberarsi; e mentre cercano
Di sviluppar i piedi, intrican l’ali;
Onde poscia ciascun n’empie il suo Zaino.
Opi.Simil a questi augelli
Sono gli incauti Amanti,
Che lusingar si lasciano dal canto,
E da le soavissime parole
De lor Ninfe, e poi
Sù le tenaci panie
Della lor ferità perdon la vita.
Ma se tra noi ci fusse
Qualche nuova Medea,
Che mi ringiovenisse, io ti prometto,
Ch’io vorrei del mio tempo alcuna parte
Spender in questi sì soavi giochi.
Tir.Taccio poi d’altri modi,
Ch’usiamo nel pigliar diverse sorti
D’uccelli, e sol dirò di quel piacere,
Che nel seguir si prova
Le timidette Damme, e le paurose
Lepri, e i molli conigli, e i capri snelli,


F         De'