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T E R Z O. | 34 |
Di far unitamente
De l’Amor suo, de la sua gratia acquisto.
Fill.Mossa da le tue valide ragioni
Mi contento ubbidirti, e ti prometto
D’amar Mirtilla al par di me medesima;
E prego il ciel, che mi conceda (s’io
Degna ne son) di posseder il core
D’Uranio, e se, pur questo il Ciel mi nega,
L’amor d’Igilio, il cor mi mova, e cangi,
Et entri Igilio, ov’era prima Uranio.
Mir.E io ti giuro, Opico mio, d’havere
Verso Filli gentil quella medesma
Amica intention, ch’ella promette
Verso di me sì dolcemente; & ecco,
Che la mia mano, à la sua man congiungo
Per pegno de la Fede; e prego anch’io
Le stelle, o che ’l mio ben mi si conceda
(S’io ne son degna) ò almen non mi si neghi
Di goder la mia prima libertade.
Opi.Son così giuste le domande vostre
Che vi potete ben render sicure
D’impetrarle senz’altro ma gl’è tempo,
Ch’io me’n vada à Dameta, che bisogno
Del mio consiglio havendo,
M’aspetta al Fonte, e voi restate impace.
Fill.Opico, ti ringratio.
Mir.Et anch’io ti ringratio, Opico mio.
Fill.Andiamo ancora noi, che gl’è ben tempo.
Fine del Terzo Atto.