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A T T O |
SCENA QUARTA.
Filli, e Mirtilla Ninfe.
Che fusse stato il Sol privo di luce,
Che tu ti fussi al mio piacer opposta;
E mi volessi tor quella mercede,
Ch’al mio servir, ch’à l’amor mio conviensi.
Mir.Filli, quella mercè, di che tu parli,
Non è più tua, che mia.
Amo Uranio, tu ’l sai, & io no’l nego,
E tu l’ami, e no’l neghi; adunque è forza,
Che sia trà noi aspra discordia, e guerra,
Fill.Amor di compagnia non fù mai pago,
Come ben sai Mirtilla;
Dunque convien che l’una a l’altra ceda.
Mir.Orsù non piu contesa;
Non sai tu Filli, che parlato habbiamo
Della nostra querela
Con Opico d’ogn’altro il piu saputo?
Al cui saggio sapere
Habbiam rimesso ogni litigio nostro?
Et egli vuol, che ’l canto
Nostro, d’una di noi termini il pianto.
Fill.Non m’è di mente uscito,
Quant’egli ei commise, e maravigliomi,
Che tanto egli dimori
A venirci a trovar co’l suo stormento,
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