Sat. Vedi come mi beffa, hor s’io m’adiro?
Fill.Io giuro per le tue robuste braccia,
E per la vaga tua cornuta fronte,
Ch’io non ti beffo; nè beffar ti voglio.
Sat.Dunque, Fillide, m’ami, e dar mi vuoi
Del mio fido servir premio condegno?
Fill.Io t’amo certo; e qual Ninfa ti vide
Giamai, che non ardesse? tu sei tale,
Che chi ti mira, e poi non t’ama, credo,
Che sia composto di Caucasea pietra.
Sat.E perche pazzerella
Taciuto hai questo, e mi ti sei mostrata
Spiacevole, e crudele.
Fill. Questo feci
Per far prova di te, dolce mia vita.
Sat.Che segno mi darai, che ciò sia vero,
E che ragioni il cor, come la lingua?
Fill.Se mi comandi, allhor potrai vedere,
Che da senno ti parlo, e troverai
Gli effetti assai maggiori,
Che non son parole, e le promesse.
Sat.Per questa prima volta,
Finger mio voglio assai modesto amante,
E d’un sol bacio pago,
Se ben d’altro son vago.
Da le dolci parole, alme, e gradite,
Assicurato, in libertà ti rendo,
Luce di queste luci, e per certezza
Di quel, che tu m’hai detto, un bacio chieggio
Da quella vermigliuzza, e bella bocca.