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A T T O

Ma se non val l’amor, vaglia l’inganno.
Io voglio pormi dietro a quel cespuglio,
E s’ella à sorte, come è suo costume,
Rivolgerà per questo prato il piede,
Di queste braccia gli farò catena.
E, s’ella al mio voler non sarà presta,
Le farò mille oltraggi.
Nè sua bellezza voglio, che le giovi,
Nè gli alti gridi, ò ’l domandar mercede.



SCENA SECONDA.

Filli, e Satiro.


Fill.
P
Arrà forse ad alcun, che degna io sia

D’ogni grave castigo, non amando,
Chi ama me, no’l vego; ma che posso
Far’io, s’Amor non vuol, ch’io pensi, ò faccia
Se non quel, che à lui piace?
Crudel Amor, tu solo ogni sembiante
Vile, e schivo mi fai,
Fuor, che la bella imagine di lui.
Che fà questa mia vita amara; e dolce.
E ben conosco (ahi lassa) e ben m’aveggio,
Che la doglia, ch’io taccio,
E via maggior di quella,
Che con la lingua esprimo;
Ma rimedia cor mio, con la pietade,
Al mal, che tutto viene


Da