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P R I M O. 6

Ch’egli non la penetri
Col suo vivace foco? e che sia vero,
Le crude Tigri Hircane,
I Leoni superbi di Nemea,
E di Lernea le velenose Serpi,
E quante fiere scorron per li boschi
Chiara ne fanno, e indubitata fede,
Venendo per Amor spesso a contesa:
Nel profondo Ocean fuggirò forse?
Ahime, che i Pesci, ancor che sien ne l’acque,
Schermo non ponno haver dal suo gran foco,
Altro dir non mi puoi Tirsi mio caro,
Se non, ch’io vada tra i dannati spiriti.
Ahi, che nè quivi ancor troverei scampo
Contra ’l Fanciul, che tutto il mondo vince,
Poi che l’istesso Re de i laghi Averni
Ardendo per Proserpina ci mostra,
Che nel suo Regno ancor non può fuggirsi
D’Amor l’alta possanza, e qual più certo
Segno si puote haver de la sua forza,
Se perdonar non volse
A la sua Genetrice, & à se stesso?
Dunque ben creder puoi, che in van si tenta
Fuggir da la sua mano,
Poi che non solo in Cielo, in Terra, e in Mare
Mostra immenso il potere;
Ma co’l suo gran valore
Questo Nume invincibile, e tremendo,
L’Inferno ancor mirabilmente sforza,


B   2      Tir.