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Q U I N T O. | 55 |
E del mio petto una fucina ardente.
Vò quì pormi in agguato per udire
Ciò: ch’ella dice, e s’è pentita ancora
D’usarmi crudeltade.
SCENA QUINTA.
Ardelia Ninfa, Uranio Pastore.
Perdei me stessa, o cruda sorte, o sola
Cagion de’ dolor miei,
Non ti dispiaccia, ch’affissando gl’occhi
Nel tuo tranquillo seno, io goda alquanto
Di mirar me medesma, e se turbassi
La tua tranquillità co’l pianto mio,
Scusimi appresso à te l’alto desire,
Che di goder me stessa il cor mi punge.
Ura.Sò pur, ch’io non m’inganno, questa è pure
La dispietata Ardelia, che si strugge
Di se medesima; ò strana meraviglia,
O degna pena di beltà superba,
O d’Amor incredibile possanza;
Voglio accostarmi à lei, sol per udire
S’ella hà imparato ancora
A mostrarsi men cruda.
Ecco, Ardelia superba, e dispietata.
H 3 Tu |