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Che sol con la vostr’esca al cor s’accese
Ahime, ahime, che per maggior mia doglia,
Mentre piango il mio male, il pianto istesso
E del mio mal ministro,
Poi che turbando l’acqua,
Mi toglie di goder di me medesma.
Voglio dunque partirmi
Per dar tempo a quest’onde, che ritornino
Tranquille, come prima; ond’io di nuovo
Possa goder di rimirar me stessa.
Almen potessi in te lasciare, o Fonte,
Ben Fonte del mio mal tanto mio foco,
Si come (ahi lassa) in te lo ritrovai:
Ohime, che nel partire, io porto meco
Incendio tal, che l’onda, ove egli nacque,
Estinguer no’l potria;
Ma spero, che sì come ho rinovato
Di Narciso infelice il crudo scempio,
Così à guisa di lui debba
Dar fine al mio dolor con la mia morte.
Fine del Quarto Atto.
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