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«Follia», mi susurravano, «follia
Di mente sciocca, vacüo profumo
Senza il liquor che nelle vene avvampa.»
Io fuggivo. Da splendide finestre
230Ecco balzar la melodia che folle
Pria sulle corde salta, indi sospira
Voluttüosa ad esse intorno e chiama
Margherita a danzar. Vieni, dicea,
Inèbbriati! Ristetti. Sulla soglia
235Dell’atrio illuminato un mazzolino
Giaceva. Lo raccolsi, ed in quel punto
Mi risovvenni d’un olezzo istesso,
Di Miranda, dei palpiti miei primi,
D’un fior che le donai là sotto gli olmi.
240Mi ritornò nell’anima la pace.