Fiso lo sguardo sulla via fuggente,
Ella vedeva repugnando invano 425Passar, passar continüi fantasmi,
Quel volto or grave, or sorridente, or mesto,
E le parole dello scritto amaro.
Correvano, correvano i cavalli.
Nel rombo eguale delle rote assorta, 430Il suon della sua voce vi sentia
Ad ora ad ora, il suon de’ noti passi,
Il suon d’un fiume rapido, profondo,
Che supina sull’acque compiangenti
Se la portasse via, senza ritorno, 435Verso un triste paese sconosciuto.
I cavalli sostar, vanì l’incanto.
E mentre passo passo davan volta,
La madre cominciò con un sospiro:
«Pensavo adesso una sera lontana 440Ch’era meco tuo padre, e tu, fanciulla,
Tra noi seduta colle man plaudivi
Al correr de’ cavalli; e come in questa
Ora color che s’amano son pronti
A favellarsi de’ tempi remoti. 445Noi parlavam del tempo in cui, Miranda,
Lasceresti la casa. Ben ricordo