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la lettera 37

Appena il sole ascese le montagne,
400Uscîro in cocchio per solinga via
Cara a Miranda, ove soventi Enrico
A lor s’unia per meditato caso.
Gli animosi poledri, impazïenti
Del frenato galoppo, ivano il morso
405Con fremiti scotendo e ’l cammin sodo
A paro tempestavano veloci.
Vaganti soffi pregni degli effluvii
Del folto biancospino e de’ vitali
Spirti di maggio mollemente in viso
410Ventavano alle due vïaggiatrici
Silenziose. Quinci il monte e grigia
Sovra le vette la falcata luna;
Quindi pianure sconfinate, ombrose
Ed interrotto di lontani pioppi
415Il limpido orizzonte si vedea.
Correvano, correvano i cavalli.
Una dolcezza dolorosa il seno
Gonfiò della fanciulla; allor lo spasimo
Sentì della ferita, allor del pianto
420A soffocar la disperata piena,
Il mite labbro vïolenta morse.
Correvano, correvano i cavalli.