Di renderci felici. Ah, se le umane
Sorti governa un Dio, mai non consenta 245Che tanto fiera angoscia il cor V’opprima
Quale me strinse. A tarda notte io scrivo.
Ad ogni tratto della penna dura
Un’ombra incalza la mia mano, un’ombra
Nell’anima mi sale. Avviluppato 250Presto m’avrà. Perchè mentir? T’amai,
Piansi per te le lagrime vitali
Che ogni petto viril piange una volta;
Ebbro di te vagai per vie deserte
Tra la furia dei venti e della piova 255A disbramarne la infocata fronte;
M’immersi al dì cadente nelle chiese,
Tra la folla, tra i canti e gli splendori.
Te sola udendo, te vedendo sola;
Ed or che mia saresti alfine, addio! 260D’un uomo in mar l’ultimo grido è questo.
Lungo tempo credei che negligente
Di me Voi foste. Vi rimembra ancora
D’una sera d’autunno che all’aperto
Noi sedevamo sotto gli olmi? V’era