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il libro di miranda 165

Sulle cascate candide, sublimi
Sulle torri scoscese ove non giunge
Nemico piede, voi felici, abeti!
Vivervi oscuri e solitarî accanto
Non vi pesa, nè tentanvi altri sogni,
Sotto la neve, che del sol venturo.
Son commossa. Vorrei di qua levarmi.
Non posso. Come mai da questa penna
Escon si nòvi ed infocati accenti?
Pensa egli forse a me, passa nel mio
Spirito un soffio dell’arder che ispira
I suoi canti? O saria l’amor soltanto.
Quest’amor di cui muoio, che attraverso
Le selve e le montagne a sè costringe
Parte di lui? Mio Dio, pietà, ho paura!