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152 miranda

XXXVII.


Egli adora l’oceano. L’àer molle
Ne canta, la tempesta e la bonaccia,
Le mille voci dal susurro all’urlo.
Immaginar gli sconfinati flutti
Qual persona non so, cui si favelli
E che risponda. Sento Iddio nel mare,
Un terribile Iddio che ad altri parla,
Non a me. Pur quant’è profondo senso!
Gl’ispirerebbe altre parole. Intesi
Dir che il suo verso odora di marina,
Quando la pinge. Non saria più grande
Prodigio udirvi del Signor la voce?