Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
alla signora ernestina v. w. | 11 |
moltissimo, io. Se vi dà noia che i vostri capelli biondi e le ciarle d’un’ora oziosa vadano per le stampe, avevate mal scelto il vostro compagno di passeggio. Guardatevi da’ poeti, signora. Non uno della razza infida vi verrà accanto, che non sia tentato di rubarvi, onestamente, intera. Quando pensate avergli volte le spalle, siete già nel suo taccuino ideale coi capelli biondi, colle ciarle oziose, persino col guanto di Svezia entro il quale gli avete porta un momento la mano negligente. Da que’ taccuini si esce poi un bel giorno, vestiti di prosa o di versi, a viaggiare il mondo per conto del poeta, che si piglia la libertà di mutarvi il nome. Io non oserò tanto, nè vi farò correre avventure, bastandomi dire brevemente come questo libriccino è nato.
Mi ricordo, dunque, moltissimo. Fendevate un pendìo vertiginoso, quando vi volgeste a me con queste parole:
«Crede Lei che un’anima possa influire direttamente sopra un’altr’anima, senza la parola, senza lo sguardo e senza artificii magnetici?»