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il libro di miranda 143

Indi apersi le imposte. Alta la luna
Nell’azzurro del cielo vïaggiava.
Pregai, chiesi perdono a Dio clemente,
Se quello ch’io facevo era una colpa.
Non so di che mi avviluppai, mi posi
A seder presso i vetri. Avidamente
Lessi. Suonavan via di torre in torre,
Ad una ad una l’ore della notte,
E suonar mi pareano ogni momento;
Allor leggea con angosciosa lena.
Eran pitture d’un paese ignoto.
Dove i monti ed il mar, la luna, il sole.
Ogni pietra, ogni fior vive, favella,
Scherza e sorride, s’innamora e piange,
Tutte le voci arrivano al poeta.
Leggendo sola al lume della luna.
Mi parea veramente esser portata
In un mondo d’incanti, e lievi lievi
Susurri udivo teneri, dolenti.
Nell’aere intorno, negli argentei rai.
Pure fra tanto amor, fra tanta vita,
Talor sentivo un freddo ed un ribrezzo,
Un istinto di trepida paura,
Come al toccar di qualche cosa morta.