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il libro di miranda 107

III.


Da quel di ch’ei mi scrisse ora il quart’anno
Corre ed è giunto al terzo mese. Ieri
Mi par quel giorno. Pure non avrei
Prima forse potuto in questo libro
Venir notando i tristi miei pensieri.
E se fosse peccato amar sì forte?
Ah no, Signore, che non è peccato,
Perchè ad esso resister non potrei,
E Voi, Signore giusto, nol vorreste.

Scriver mi giova. Chi m’avesse un tempo
Predetto ch’io terrei, come son use
Donne d’ingegno e di saver fornite,
Un libro di pensieri e di ricordi,
M’avria fatto sorridere. Davvero
Non ho mutato solo in questo. Adesso
Tante cose comprendo un giorno oscure,
Più non aggiungo fede alle parole
Come una volta, ch’è amarezza grande.

Soffro; stanotte il cor non mi diè pace.
Tacqui sinor; ma lo potrò domani?