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98 miranda



XV.



285Ardo per ogni vena. La rividi
Stanotte in sogno, lei che prima amai.
Molti eravamo sopra una montagna
Solitaria tra squallide scogliere.
C’era mio zio, sua madre ed altri volti
290Che mutavano sempre. Ella scherzava
E di quel dolce suo riso ridea,
Negligente di me che la seguia
Ovunque indarno. Avea fiori a’ capelli,
Avea perle agli orecchi e, non so come,
295Dal lembo estremo della veste azzurra
Le uscia la punta del piedino ignudo.
Mentr’ella folleggiava e amaramente
Io mi dolevo del crudele oblio,
Mi si appressò una maschera. «Son Diana»,
300Dissemi piano: «ella mutò, qual vedi».
Allor me la trovai d’un tratto a fronte.
Sparvero gli altri. Subito conobbi
Perchè eravamo in quel paese triste,