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grosso fastello di legna, buttandolo in mezzo alla stanza sempre serbando il silenzio; ma il giorno dopo riprendeva la solita vita vagabonda, e alla madre, troppo tenera, non bastava l’animo di pigliare alcuna risoluzione. Lisabetta alla fine la credè una disgrazia senza rimedio; e a tutti diceva che il Signore avevale mandato la croce nel figliuolo a sconto de’ suoi peccati. Spesse volte il vecchio Parroco del villaggio fece venire a sè Pietrino per tentare di volgerlo al bene, ora cercando di commovergli il cuore con dolci parole, ora rimproverandogli severamente la sua condotta e i tanti dolori cagionati a sua madre; ma Pietro ascoltava lo ammonizioni del Parroco a faccia tosta; e su, diritto tutto di un pezzo, fissava con sguardo imperterrito la fronte veneranda del buon vecchio, e ne usciva il solito di prima. Tutti nel villaggio mostravano compassione della povera vedova e dicevano che Pietro aveva il diavolo addosso; ed invero egli menava una vita da spiritato. Ogni mattina levatosi all’alba, tolto il corbello in spalla con entro la roncola e un bel tocco di pane se ne usciva di casa, e batteva la campagna fino a sera. Le miglia che Pietro faceva non si potrebbero contare; ora su per la via di Malmantile, camminando senza posa come un forsennato; ora s’imboscava nelle belle pinete dei dintorni di Monte Lupo arrampicandosi sui pini per coglierne i frutti, e passava