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rebbe in pericolo di esser sottoposto ad una commissione de lunatico e di vedersi togliere la proprietà a profitto della sua famiglia1.

V’è un tratto caratteristico nelle attuali tendenze della pubblica opinione, che è proprio fatto per renderla intollerante contro qualunque spiccata dimostrazione d’individualità. In generale gli uomini non soltanto mancano di intelligenza, ma anche hanne delle inclinazioni temperate; non hanno gusti nè desideri abbastanza vivi per esser condotti a far qualcosa di straordinario, e, per conseguenza, non comprendono punto chi ha tutt’altre doti: lo classificano fra quegli esseri stravaganti e disordinati cui sono avvezzi a disprezzare. Oltre questo fatto, che è generale, noi dobbiamo tener conto che oggidì si è manifestato un potente progresso morale; e si sa che cosa se ne può attendere. Questo movimento si è manifestato a’ dì nostri: si è fatto molto per accrescere la regolarità di condotta e sconsigliare gli eccessi, e v’è dappertutto uno spirito filantropico che trova la sua più gradita applicazione nel miglioramento dei nostri simili, in fatto di morale e di prudenza. Per effetto di queste tendenze, il pubblico è più disposto che in altri tempi a prescrivere delle regole generali di

  1. Vi è qualcosa di doloroso e di spregevole nel genere di testimonianza sulla quale si può ai dì nostri dichiarare giudiziariamente un uomo incapace di condurre i suoi affari e, dopo la sua morte, tener per non avvenuta la disposizione ch’egli ha fatto dei suoi beni, se vi si trova di che pagare le spese del processo, che son prelevate sui beni stessi. Si fruga in tutti i minuti particolari della sua vita quotidiana; e quello che i più poveri fra i poveri di spirito vi scoprono, colle loro facoltà percettive e descrittive, che non sia assolutamente comune, è portato avanti al giurì come una prova di follia, e sovente con buon esito. I giurati sono appena meno ignoranti dei testimoni, mentre i giudici, nulla sapendo della natura e della vita umana — cosa che si nota con sorpresa ogni giorno presso l’uomo di legge inglese — contribuiscono spesso ad indurli in errore. Questi processi valgono dei volumi, come indizio del sentimento e dell’opinione volgare sulla libertà umana. Lungi dall’attribuire alcun valore all’individualità, lungi dal rispettare i diritti di ogni individuo ad agire nelle cose indifferenti come il suo giudizio e le sue tendenze lo guidano, giudici e giurati non riescono neppure a concepire che una persona sana di mente possa desiderare una tale libertà. In altri tempi, quando si proponeva di bruciare degli atei, caritatevoli persone suggerivano volentieri che sarebbe stato meglio di metterle in un manicomio. Nulla vi sarebbe da meravigliarsi se lo stesso si facesse oggi; e se quelli che lo facessero si congratulassero secostessi di avere adottato tna maniera così umana e cristiana di trattare questi sfortunati in luogo di perseguitarli per causa religiosa, non senza, nel medesimo tempo, provare una segreta soddisfazione per aver loro procurato una sorte corrispondente ai loro meriti.