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capitolo terzo. | 69 |
modo di condurre l’esistenza è il migliore; non perchè sia il migliore in sè, ma perchè è il suo proprio. Gli esseri umani non sono dei montoni: e gli stessi montoni non si somigliano tutti così da non potersi distinguere l’uno dall’altro; un uomo non può avere un abito o un pajo di scarpe che gli stiano bene se non le fa fare apposta o se non le sceglie tra tutte quelle di un magazzino. E dunque più facile di fornirgli una vita che un abito, o la conformazione fisica e morale degli esseri umani è più uniforme di quella dei loro piedi? Se questo fosse soltanto perchè gli uomini non hanno tutti lo stesso gusto, già non occorrerebbe assolutamente di tentare di modellarli tutti ad una stessa maniera; ma, oltre a questo, le diverse persone vogliono differenti condizioni pel loro sviluppo intellettuale, e non possono mantenersi sane nella stessa atmosfera morale più di quello che tutte le varietà di piante possano fiorire sotto lo stesso clima. Le stesse cose che ajutano una persona a coltivare la sua natura superiore sono di ostacolo per un’altra.
La stessa maniera di vivere è per l’uno un salutare eccitamento che conserva nelle migliori condizioni le sue facoltà di godimento e d’azione, mentre per l’altro è un carico spaventevole che sospende o distrugge la vita interiore. Vi sono tali differenze fra gli uomini, nella loro maniera di godere, di soffrire, di soggiacere all’opera delle diverse influenze fisiche e morali, che se non vi è una simile diversità nella loro maniera di vivere, essi non sapranno nè ottenere tutta la loro parte di bene, nè giungere all’altezza intellettuale, morale ed estetica di cui la loro natura è capace. Perchè dunque la tolleranza, se si tratta di sentimento pubblico, si estenderebbe solamente ai gusti e alle maniere di vivere che si fanno accettare dalla moltitudine dei partigiani di esse? In nessun luogo (salvo nelle istituzioni monastiche) si nega la diversità di gusto: una persona può, senza esser biasimata, amare o non amare il sigaro, la musica, gli esercizi del corpo, gli scacchi, le carte o lo studio, perchè i partigiani e i nemici di tutte queste cose son troppo numerosi per esser ridotti al silenzio; ma l’uomo e, anche più, la donna che può essere accusata di fare ciò che nessuno fa o di non fare ciò che fanno tutti, è oggetto di un biasimo pari a quello in cui incorrerebbe per aver commesso qualche grave delitto morale.
Bisogna possedere un titolo o qualche altra ragione che ci elevi nell’opinione dei concittadini al livello della gente d’importanza, perchè ci si possa permettere un po’ il lusso di fare quel che ci garba, senza nuocere alla nostra riputazione. Permettere un poco — ho detto, e lo ripeto; perchè chiunque si permettesse largamente questo lusso correrebbe il rischio di qualcosa di peggio che discorsi maldicenti; sa-