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capitolo terzo. 65

carattere che si può, forse, spiegare resistendo alla costrizione. Se ci si sottomette, questa costrizione indebolisce ed appesantisce tutta la nostra natura. Per dar buon giuoco alla natura di ciascuno bisogna che diverse persone possano seguire un diverso tenor di vita; i secoli che hanno avuto in maggior quantità questa larghezza sono quelli che più si raccomandano all’attenzione dei posteri; il dispotismo stesso non produce i suoi peggiori effetti finchè la individualità resiste sotto questo regime, e tutto ciò che distrugge la individualità è dispotismo, qualunque sia il nome che gli si possa dare, pretenda esso poi d’imporre la volontà di Dio o i comandi degli uomini.

Avendo detto che individualità è sinonimo di sviluppo, e che solamente la coltura dell’individualità produce o può produrre degli esseri umani bene sviluppati, io potrei qui chiudere l’argomento. In favore d’una data condizione delle cose umane che cosa si potrebbe dire meglio di questo: che essa conduce gli uomini il più vicino possibile al loro tipo ideale? E di un ostacolo al bene che cosa si potrebbe dire di peggio, se non ch’esso impedisce un tale progresso? Tuttavia, senza dubbio alcuno, queste considerazioni non basteranno a convincere quelli che hanno maggior bisogno di essere convinti.

Ed è necessario inoltre di provare che questi esseri umani sviluppati sono utili agli esseri non sviluppati; è necessario di mostrare a quelli che non desiderano la libertà e che non se ne vorrebbero servire, che, se permettono ad altri di farne uso senza ostacolo, possono esserne in qualche modo apprezzabile ricompensati.

E prima di tutto, non potrebbero essi imparar qualche cosa da questi individui lasciati liberi? Nessuno vorrà negare che l’originalità sia un elemento prezioso nelle cose umane: vi è sempre bisogno di gente, non soltanto per iscoprire verità nuove, non soltanto per indicare il momento in cui quello che fu in altri tempi una verità cessa di esserlo; ma anche per farsi iniziatori di nuove pratiche, per dar l’esempio d’una condotta più illuminata, di maggior buon gusto e di maggior buon senso nelle cose umane. Questo non può esser negato da chiunque non creda che il mondo abbia raggiunto la perfezione in tutte le sue abitudini e in tutti i suoi costumi.

È vero che un tal servigio non può esser reso da tutti quanti senza distinzione: non vi sono che poche persone, in confronto di tutto il genere umano, le esperienze delle quali, se generalmente adottate, segnerebbero un progresso sul costume stabilito. Ma queste poche persone sono il sale della terra; senza di esse la vita umana diverrebbe un mare stagnante; e non soltanto introducono un bene ignoto, ma conservano alla vita quello che essa già possedeva.