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60 | la libertà |
costume non mantiene nè sviluppa in sè alcuna di quelle qualità che sono l’attributo caratteristico di un essere umano. Le facoltà umane di percezione, di giudizio, di discernimento, di attività intellettuale ed anche di preferenza morale, si esercitano soltanto col fare una scelta; chi agisce sempre in modo da seguire il costume non fa scelta di sorta, e non impara a discernere o a desiderare il meglio. La forza intellettuale e la forza morale, precisamente come la forza muscolare, non fanno dei progressi se non in quanto sono esercitate; e non si esercitano le proprie facoltà facendo una cosa semplicemente perchè la fanno gli altri, più di quello che le si esercitino credendo una cosa unicamente perchè la credono gli altri. Se alcuno adotta un’opinione senza che i principi di questa opinione gli siano sembrati concludenti, la sua ragione non ne sarà punto rafforzata, ma piuttosto indebolita; e se esso commette un’azione i cui motivi determinanti non sono conformi alle sue opinioni o al suo carattere (sempre dove non si tratti di affetti nè di diritti altrui) esso riuscirà solamente a snervare il suo carattere e le sue opinioni, che dovrebbero essere attivi ed energici.
L’uomo il quale permette che il mondo, o almeno il suo mondo, scelga anche per suo conto personale il modo di vivere non ha da invidiare alle scimie se non la facoltà d’imitazione: l’uomo che sceglie egli stesso la sua maniera di vivere fa uso di tutte le sue facoltà. Egli deve usare l’osservazione per vedere, il ragionamento e il giudizio per prevedere, l’attività per raccogliere i materiali necessari alla decisione, il discernimento per decidere; e, quando abbia deciso, la fermezza e la padronanza di sè stesso per attenersi alla deliberazione presa; e quanto è maggiore la parte della sua condotta ch’egli governa secondo il suo giudizio e i suoi sentimenti, tanto più necessarie gli sono queste diverse qualità.
Egli può, all’occorrenza, esser guidato sul retto cammino e salvato da qualunque influenza dannosa senza nulla di tutto ciò: ma quale sarà il valore comparativo di lui come essere umano? Quello che è veramente importante non è solo ciò che gli uomini fanno, ma altresi ciò che sono. Fra le opere dell’uomo, cui la vita è legittimamente chiamata a perfezionare e ad abbellire, la più importante è senza dubbio l’uomo stesso. Supponendo che fosse possibile fabbricar delle case, far crescere del grano, dare delle battaglie, giudicare delle cause, ed anche erigere delle chiese e pronunciar delle preghiere, meccanicamente, per mezzo di automi di forma umana, si perderebbe molto ad accettare questi automi in cambio degli uomini e delle donne che popolano oggidì le parti più civili del globo, benchè essi siano, fuor d’ogni dubbio, degli esempi ben miseri di ciò che la natura