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58 | la libertà |
pentaglio, in pratica le proprie opinioni deve essere perfettamente lecito.
La specie umana non è infallibile; le sue verità non sono, per la maggior parte, se non delle mezze verità; l’unanimità delle opinioni non è desiderabile, a meno ch’essa non risulti dal confronto più libero e completo delle opinioni contrarie; la diversità di opinioni non è un male ma un bene, finchè l’umanità non sarà molto più atta che oggi non sia a riconoscere tutti i lati diversi del vero: — ecco dei principi che si possono applicare così alle opinioni degli uomini come alla loro maniera d’agire. Poichè è utile, finchè il genere umano è imperfetto, che vi siano diverse opinioni, è buono nello stesso modo che si provino delle differenti maniere di vivere; è vantaggioso concedere un libero slancio ai diversi caratteri, impedendo tuttavia loro di essere gli uni agli altri dannosi; e ciascuno deve potere, quando lo giudichi conveniente, tentar la prova dei diversi generi di vita. Là dove la norma della condotta è dettata non dal carattere di ciascuno, ma dalle tradizioni o dai costumi degli altri, ivi manca completamente uno degli elementi principali del benessere umano e l’elemento più essenziale del progresso individuale e sociale.
Qui la più gran difficoltà non consiste nel valutare i mezzi che conducono ad uno scopo riconosciuto, ma nell’indifferenza della generalità a proposito dello scopo stesso.
Se si considerasse il libero sviluppo dell’individualità come uno dei principi essenziali del benessere, se lo si tenesse non in conto di un elemento che si coordina con tutto quanto vien designato dalle parole d’incivilimento, di istruzione, di educazione, di coltura, ma bensì in conto di una parte necessaria e d’una condizione perchè tutte queste cose si ottengano, non vi sarebbe pericolo che la libertà non fosse stimata al suo giusto valore; non si troverebbero delle difficoltà enormi a tracciare la linea di demarcazione tra essa e la sorveglianza sociale. Ma, pur troppo, alla spontaneità individuale si riconosce soltanto, ed a fatica, qualche poco di valore intrinseco.
Dappoichè la maggioranza è soddisfatta dei costumi attuali dell’umanità (i quali infatti sono opera sua) essa non può comprendere perchè questi costumi non debbano bastare a tutti quanti. Vi è anche di peggio: la spontaneità non entra nell’ideale della maggioranza dei riformatori morali e sociali; essi la considerano piuttosto con gelosia, come un ostacolo nojoso e forse insuperabile all’accettazione generale di quello che, secondo il giudizio di questi riformatori, sarebbe il miglior partito per l’umanità. Poche persone, fuori di Germania, comprendono il significato di quella dottrina sulla quale Guglielmo Humboldt, uomo così notevole e come erudito e come politico, ha scritto un