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teressa di veder loro resa giustizia; ma, per la natura delle cose, di quest’arma non si possono valere quelli che dàn l’assalto ad una opinione dominante; essi correrebbero un pericolo personale a servirsene e, quand’anche pericolo non vi fosse, non farebbero così se non screditare la loro causa. In generale le opinioni opposte alle opinioni dominanti non giungono a farsi ascoltare che usando un linguaggio studiatamente temperato, ed evitando con la massima cura ogni inutile offesa: esse non possono, senza perder terreno, menomamente deviare da questa linea di condotta; mentre al contrario gl’insulti senza misura indirizzati dall’opinione dominante alle opinioni contrarie allontanano realmente gli uomini da queste. Perciò, nell’interesse della verità e della giustizia, è importante sopratutto di proibire l’uso del linguaggio offensivo e, per esempio, se si dovesse scegliere, sarebbe molto più necessario riprovare gli attacchi insultanti contro le libere credenze che quelli contro la religion di Stato. È tuttavia evidente che nè la legge nè l’autorità non debbono occuparsi d’impedire gli uni o gli altri; e che il giudizio dell’opinione deve determinarsi, in ogni occasione, colle contingenze del caso particolare.

Si deve condannare ogni uomo, senza riguardo alla parte dell’argomento da cui si metta, nelle cui parole faccia capolino o la mancanza di buona fede, o la malignità, o la bigotteria, o l’intolleranza di sentimento.

Ma non bisogna accusar di questi difetti i nostri avversari perchè sono i nostri avversari; e si deve rendere onore a quella persona, qualunque sia il partito cui essa appartiene, che ha la calma di scorgere e l’onestà di riconoscere che cosa sono in realtà i suoi avversari e le loro opinioni, non esagerando nulla di ciò che li può danneggiare, non nascondendo nulla di ciò che loro può riuscir di vantaggio.

Ecco la vera moralita della pubblica discussione, e, se essa è soventi volte violata, io sono lieto di pensare che vi son molti polemisti che la osservano a un grado altissimo, ed un numero più grande ancora che coscienziosamente fanno ogni sforzo per giungere ad osservarla.



fine del capitolo secondo