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54 | la libertà. |
anche spesso agire secondo la loro convinzione, come se al mondo non ci fossero altre verità, o almeno nessun’altra che potesse limitare o modificare la prima. Io riconosco che la più libera discussione non è un ostacolo alla tendenza, che ogni opinione ha, di divenir settaria; che anzi, al contrario, essa spesse volte l’aumenta, la fa più acre; perchè si respinge con violenza tanto maggiore la verità fino allora inavvertita, in quanto essa è proclamata da persone considerate avversarie.
Ma non è sul partigiano appassionato, è sullo spettatore più calmo e disinteressato che questo cozzo delle opinioni produce il suo effetto salutare. Non è la lotta violenta tra le parti diverse della verità il male da temere; bensì la soppressione tranquilla d’una metà del vero. Vi è sempre speranza quando gli uomini sono obbligati ad ascoltare le due parti; è quando essi non s’occupano se non di una che i loro errori si mutano in pregiudizi e la verità esagerata e falsata cessa di aver gli effetti della verità. E poichè nulla in un giudice è tanto raro quanto la facoltà di dare un giudizio sensato in una causa in cui egli non ha sentito perorare che un avvocato, la verità non può sperar di farsi strada che se ogni opinione, la quale racchiuda qualcuna delle sue parti, trovi degli avvocati, e degli avvocati capaci di farsi ascoltare.
Noi abbiamo dunque così riconosciuta la necessità pel benessere intellettuale della specie umana (d’onde dipende il suo benessere morale e materiale) della libertà di opinione e della libertà di discussione: e questo per quattro distinte ragioni che ora brevissimamente riassumeremo: 1.° una opinione che si ridurrebbe al silenzio può benissimo essere vera: negare questo, è quanto affermare la propria infallibilità; 2.° quando anche l’opinione ridotta al silenzio fosse un errore, essa potrebbe, come nella maggior parte dei casi avviene, contenere una parte di verità: e poichè l’opinione generale o dominante su qualsivoglia soggetto è raramente o non mai tutta la verità, non v’e mezzo di conoscerla per intero se non col cozzo delle opinioni avverse; — 3.° anche nel caso in cui l’opinione dominante contenesse la verità e tutta la verità, essa sarà professata come una specie di pregiudizio, senza comprendere o sentire i suoi principi razionali, se non può esser discussa vigorosamente e lealmente; — 4.° il significato stesso della dottrina sarà in pericolo di perdersi o indebolirsi o vedersi privato del suo effetto vitale sul carattere e sulla condotta; poichè il dogma diverrà una semplice formula che, inefficace pel bene, ingombra il terreno e impedisce il formarsi di qualunque convinzione reale fondata sulla ragione o sulla personale esperienza.
Prima di lasciare questo soggetto della libertà di opinione è bene prestare orecchio un istante a quelli che dicono: