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capitolo secondo. 53

ziali della più alta morale, che la Chiesa cristiana ha completamente rifiutati, nel sistema di morale ch’essa ha basato su queste stesse istruzioni; e, dato questo, io considero un grande errore quello di voler trovare nella dottrina cristiana una regola completa di condotta che il suo fondatore non ha voluto particolareggiar tutta quanta, ma solamente sanzionare ed appoggiare. Credo anche che questa angusta teoria divenga praticamente un male gravissimo, diminuendo assai il valore della educazione e della istruzione morale che tante persone ben intenzionate si sforzano d’incoraggiare. Temo forte che tentando di formare lo spirito e i sentimenti su di un tipo esclusivamente religioso e lasciando da banda quei modelli secolari (se l’espressione mi è permessa) che stavano a lato della morale cristiana e la integravano mescolando il loro spirito al suo non ne sia per risultare un tipo di carattere basso, abbietto, servile, capace forse di sottomettersi a quello ch’egli crede la volontà divina, ma non di elevarsi alla concezione della divina bontà e di provare per essa un’alta simpatia. Credo che un’altra morale oltre a quella puramente cristiana debba esistere a lato di questa per produrre la rigenerazione morale dello spirito umano; e, secondo me, il sistema cristiano non fa eccezione alla regola generale che, dato uno stato d’imperfezione dello spirito umano, gl’interessi della verità esigono la diversità d’opinioni.

Non è necessario che, cessando d’ignorare le verità morali non contenute nel cristianesimo, gli uomini debbano ignorare qualcuna di quelle che esso contiene. Un tal pregiudizio o un tale errore, quando si verifica, è senza dubbio un male; ma è un male da cui noi non possiamo sperare d’essere sempre esenti, e che deve considerarsi come il prezzo di un bene inestimabile. Si deve protestare contro la pretesa esclusiva che una parte della verità eleva di essere la verità tutta quanta; e se una reazione rendesse ingiusti alla lor volta quelli che protestano, questo acciecamento può, come l’altro, esser deplorato, ma deve esser tollerato.

Se i cristiani volevano insegnare ai pagani ad esser giusti verso il cristianesimo dovevano cominciare essi pei primi ad esser giusti verso il paganesimo. E un rendere dei cattivi servizi alla verità il perder di vista questo fatto, ben noto a quanti hanno la minima nozione di storia letteraria, che una gran parte dell’insegnamento morale più nobile ed elevato è stata l’opera non già d’uomini che non conoscevano, ma di uomini che conoscevano e non accettavano la fede cristiana. Io non sostengo già che l’uso più illimitato della libertà di esprimere tutte le opinioni possibili metterebbe fine ai mali dello spirito settario in religione o in filosofia; tutte le volte che uomini di mente angusta credono in buona fede una verità, si è sicuri di vederli a proclamarla, inculcarla ed