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capitolo secondo. | 49 |
verità. Il secondo caso è stato fino ad oggi il più frequente perchè lo spirito umano è più generalmente esclusivo che liberale: onde, di consueto, anche nelle rivoluzioni dell’opinione, una parte della verità si oscura mentre ne viene in luce un’altra. Il progresso medesimo che dovrebbe sempre più accrescere il patrimonio della verità non fa, nella maggior parte dei casi, altro se non sostituire una verità parziale ed incompleta ad un’altra; e il miglioramento consiste semplicemente nell’essere il nuovo frammento di verità piu necessario, meglio adatto al bisogno del momento di quello a cui si sostituisce. Tale il carattere parziale delle opinioni dominanti, anche quando riposino su una base giusta: dunque, qualunque opinione che rammenti qualche poco della parte di verità dalla opinione comune trascurata, dev’esser considerata preziosa, per grandi che siano gli errori a cui tale verità può andar congiunta. Nessun uomo sensato si vorrà indignare perchè quelli che ci obbligano a notare delle verità che altrimenti noi avremmo trascurato ne trascurano poi dal canto loro qualcuna di quelle che noi scorgiamo. Egli dirà piuttosto che, dal momento che l’opinione pubblica è così fatta che non vede della verità se non una parte, è desiderabile che le opinioni impopolari siano proclamate da apostoli non meno esclusivi, perché sono di solito i più energici e i più capaci d’attirare, suo malgrado, l’attenzione del pubblico sul frammento di saggezza ch’essi esaltano, come se fosse la saggezza tutta quanta.
È così che nel secolo XVIII i paradossi di Rousseau fecero un’esplosione salutare in mezzo ad una società in cui tutte le classi erano in profonda ammirazione davanti al così detto incivilimento e davanti alle maraviglie della scienza, della letteratura, della filosofia moderna, e non si paragonavano agli antichi che per mettersi al di sopra di loro.
Rousseau rese il servizio di spezzare la massa compatta della cieca opinione e di forzare i suoi elementi a ricostituirsi sotto una forma migliore e con parecchie aggiunte. Non già che le opinioni ammesse fossero, tutto sommato, più lontane dalla verità di quelle di Rousseau; al contrario, esse vi erano più vicine, e contenevano più verità positiva e meno assai di errori. Nulladimeno, c’era nelle dottrine di Rousseau, ed è passato nell’opinione comune, un gran numero appunto di quelle verità di cui l’opinion popolare avea bisogno; e così esse continuarono a sussistere. Le qualità superiori della vita semplice, l’effetto snervante e immorale delle pastoje e delle ipocrisie d’una società artificiale sono idee che, da Rousseau in poi, non hanno mai completamente abbandonato gli spiriti colti; esse produrranno il loro effetto, sebbene, pel momento, abbiano ancora bisogno d’essere proclamate con atti; poichè le parole su questo argomento hanno oramai quasi esaurita la loro potenza.