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che indica i punti deboli in teoria o gli errori in pratica, senza stabilir delle verità positive.

Certo, una tal critica negativa sarebbe triste come risultato finale; ma come mezzo di ottenere una conoscenza positiva o una convinzione veramente degna di questo nome, non si può mai stimarla abbastanza. E finchè gli uomini non vi siano di nuovo sistematicamente avviati vi saranno ben pochi grandi pensatori e il livello medio delle intelligenze sarà poco elevato per tutto ciò che non è matematiche o scienze fisiche. Su qualunque altro soggetto, le opinioni di un uomo non meritano il nome di conoscenze se non in quanto egli abbia seguito, o spontaneamente o per forza, il cammino intellettuale che gli avrebbe fatto seguire un’attiva opposizione degli avversari. Si vede dunque quanta assurdità vi sia nel rinunciare, quando s’offre spontaneamente, a un vantaggio che è cosi indispensabile, ma così difficile a creare quando manchi: se vi sono quindi persone che contestano una opinione ammessa comunemente o che lo faranno se la legge o l’opinione lo permette loro, ringraziamole, ascoltiamole, e rallegriamoci con noi stessi perchè qualcuno fa per noi quello che altrimenti (se noi appena appena diamo qualche importanza alla certezza o alla vitalità delle nostre opinioni) noi stessi dovremmo fare con molto maggiore incomodo.

Ci resta ancora a parlare d’una delle cause principali che rendono vantaggiosa la diversità d’opinioni. Questa causa sussisterà finche l’umanità sia entrata in uno stadio di progresso intellettuale che sembra, per ora, ad una incalcolabile distanza. Noi non abbiamo finora esaminato che due ipotesi: 1.° l’opinione ammessa può essere falsa e, di conseguenza, qualche altra opinione vera; 2.° l’opinione ammessa è vera, e una lotta tra essa e l’errore opposto è indispensabile ad una concezione netta e ad un profondo sentimento della sua verità. Ma accade più spesso ancora che le dottrine in contraddizione, invece d’essere l’una vera e l’altra falsa, si dividano la verità: allora l’opinione dissidente è necessaria per fornire il resto della verità di cui la dottrina comunemente ammessa non possiede che una parte. Le opinioni popolari su qualunque cosa che non cada sotto i sensi sono spesso vere, ma non lo sono quasi mai completamente: esse contengono una parte di verità (talvolta più, talvolta meno rilevante), ma esagerata, sfigurata, e separata dalle verità che la dovrebbero accompagnare e limitare. D’altra parte, le opinioni eretiche contengono generalmente qualcuna di queste verità soppresse e trascurate che, spezzando le loro catene, o cercano di riconciliarsi colla verità convenuta nell’opinione comune, l’affrontano come nemica e di fronte ad essa si elevano, affermandosi in una maniera esclusiva così come la stessa