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40 | la libertà |
dire sul lato falso della questione. Quello che ha di particolare l’evidenza delle verità matematiche è che gli argomenti sono tutti da una parte: non v’è obbiezioni, non v’è risposta alle obbiezioni. Ma in qualunque soggetto sul quale è possibile una divergenza di opinioni, la verità esce da un equilibrio, che si dee conservare, tra due sistemi di ragioni contraddittorie. Anche nella filosofia naturale c’è sempre qualche diversa spiegazione possibile dei medesimi fatti: qualche teoria geocentrica in luogo di una teoria eliocentrica, la teoria del flogistico in luogo della teoria dell’ossigeno; e bisogna dimostrare perchè quest’altra teoria non possa esser la buona, e, finché non sappiamo come ciò si dimostri, noi non intendiamo i motivi della nostra opinione. Ma se poi ci volgiamo a soggetti infinitamente più complicati, alla morale, alla religione, alla politica, alle relazioni sociali e agli affari della vita — tre quarti degli argomenti in favore di ciascuna opinione discussa consistono nel distruggere le apparenze che militano per l’opinione opposta. Secondo la sua testimonianza, il secondo fra i grandi oratori dell’antichità studiava sempre la causa del suo avversario con attenzione uguale, se non maggiore, di quella con cui studiava la propria: ciò che Cicerone faceva per ottenere un successo nel foro, deve essere imitato da quanti studiano un argomento, a fine di arrivare alla verità. L’uomo che non conosce se non il suo proprio parere, conosce ben poco; le sue ragioni possono anche esser buone, e può darsi che nessuno sia capace di confutarle: ma se egli è ugualmente incapace di confutare le ragioni della parte avversaria, s’egli non le conosce neppure, non ha motivo per preferire un’opinione all’altra. La sola cosa razionale che quest’uomo possa fare è di sospendere il suo giudizio; ove non si contenti di questo, egli o è guidato dall’autorità, o adotta, come accade in generale, la parte verso cui si sente più inclinato. E non basta che un uomo ascolti gli argomenti dei suoi avversari dalla bocca de propri maestri, presentati e posti come vogliono costoro e accompagnati da ciò ch’essi danno per confutazione; non è questo il modo di dar buon giuoco a questi argomenti o di mettere il proprio spirito in vero contatto con essi. Si devono ascoltare dalla bocca di quelle stesse persone che ci credono, che li difendono in buona fede e con tutte le loro forze si devono conoscere sotto le loro forme più plausibili e più persuasive; si deve sentire in tutta la sua forza la difficoltà che rende complicato, arruffato il soggetto messo in tutta la sua luce. Altrimenti facendo, mai un uomo possiederà quella parte di vero che sola è capace di affrontare e vincere le difficoltà.
Il novanta per cento dei così detti uomini colti, anche di quelli che possono correntemente discutere delle loro