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capitolo secondo. 25

giudicare. Ancora: la capacità di questa unica persona non è che relativa; poichè la maggioranza degli uomini eminenti di ciascuna generazione passata ha sostenuto molte opinioni oggidì ritenute erronee, e fatte od approvate molte cose che nessuno oggidì giustificherebbe.

Come avviene dunque che, dopo tutto, nella specie umana, c’è una preponderanza di opinioni e di condotta razionali: Se questa preponderanza esiste davvero ed è quanto dev’essere, a meno che gli affari umani non siano e non siano stati sempre in uno stato quasi disperato essa è dovuta ad una qualità dello spirito umano, la sorgente di tutto quanto vi ha di rispettabile nell’uomo, sia come essere intellettuale, sia come essere morale: la possibilità di correggere i propri errori. L’uomo è capace di correggere i suoi sbagli con la discussione e l’esperienza. E non con la sola esperienza: occorre la discussione per vedere come quella si deva interpretare.

Le opinioni ed i costumi falsi cedono gradualmente davanti al fatto e all’argomento; ma perché i fatti e gli argomenti producano qualche impressione sullo spirito, e necessario che gli vengano presentati. Pochissimi fatti possono dire la loro storia essi stessi, senza commenti che ne spieghino il significato. Poichè dunque tutta la forza e tutto il valore del giudizio dell’uomo poggiano su questa proprietà ch’egli possiede, di poter essere corretto quando è fuor di strada, non è permesso di porre in esso qualche fiducia se non quando si hanno ben sotto mano i mezzi di raddrizzarlo.

Come ha fatto un uomo il cui giudizio merita realmente fiducia? Egli ha posto attenzione a tutte le critiche sulla sua opinione e sulla sua condotta, ha avuto per abitudine d’ascoltare tutto quello che si poteva dire contro di lui, di trarne profitto in quanto era giusto, e d’esporre a sè stesso ed agli altri, all’occasione, la falsità di ciò che non era se non un sofisma; egli ha compreso che il solo mezzo col quale un essere umano possa giungere alfine a conoscere a fondo un soggetto è quello di ascoltare ciò che ne possono dire delle persone di tutte le opinioni, e di studiare tutti i modi onde esso può esser lumeggiato dalle diverse intelligenze. Mai alcun saggio acquistò diversamente la sua saggezza, e non è nella natura dell’intelligenza umana il divenir saggio in altro modo. La costante abitudine di correggere e di completare la propria opinione, paragonandola con quella degli altri, lungi dal cagionare dubbio ed esitazione nel metterla in pratica, è il solo fondamento stabile di una giusta fiducia in questa opinione.

In realtà, poichè l’uomo saggio conosce tutto quello che, secondo probabilità, si può dire contro di lui, ed ha assicurato la sua posizione contro qualunque avversario, sa-