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16 | la libertà |
hanno raggiunto tutte le nazioni di cui qui dobbiamo occuparci) la coazione, o sotto la forma diretta, o sotto quella di penalità per la non osservanza, non è più ammissibile come mezzo di far del bene agli uomini; essa è giustificabile ancora soltanto per la loro sicurezza reciproca.
Conviene premetterlo: io trascuro qualunque vantaggio possa venire alla mia argomentazione dall’idea del diritto astratto come cosa indipendente dall’utile: l’utilità è, a senso mio, la soluzione suprema di qualunque questione morale; ma dev’essere l’utilità nel senso più vasto della parola, l’utilità fondata sui vantaggi permanenti dell’uomo, considerato come essere progressivo.
Questi interessi, io sostengo, non giustificano la sottomissione della spontaneità individuale ad una sorveglianza esteriore se non per quelle azioni di ciascuno che toccano l’interesse altrui. Se un uomo compie un atto agli altri dannoso, c’è evidentemente ragione di punirlo colla legge, oppure, se le penalità legali non sono in tutta certezza applicabili, colla generale disapprovazione. Vi sono anche molti atti positivi vantaggiosi agli altri, che un uomo può esser giustamente obbligato a compiere: per esempio, far da testimonio in giudizio o fare tutto il proprio dovere, sia nella difesa comune, sia in qualunque opera comune necessaria alla società sotto la protezione della quale egli vive. Inoltre, si può, a rigore, tenerlo responsabile verso la società s’egli non compie certi atti di beneficenza individuale che sono, in date circostanze, il dovere evidente di ogni uomo; come il salvare la vita al proprio simile o l’intervenire per difendere il debole dai maltrattamenti. Una persona può nuocere agli altri non soltanto colle sue azioni, ma colla sua inazione; e, in ogni caso, essa è responsabile verso di loro del danno.
È vero che, nell’ultimo caso, la coazione deve essere esercitata con assai maggiore riguardo che nel primo. Tenere qualcuno responsabile del male ch’esso fa agli altri: ecco la regola; tenerlo responsabile del male da cui non li assicura: ecco, comparativamente parlando, l’eccezione. Tuttavia, vi sono molti casi abbastanza chiari ed abbastanza gravi per giustificare questa eccezione. In tutto ciò che riguarda le relazioni esteriori dell’individuo, esso è ipso iure responsabile verso quelli i cui interessi sono in giuoco, e, se occorre, verso la società come loro proteggitrice. Vi sono spesso delle buone ragioni per non imporre agli uomini questa responsabilità; ma tali ragioni debbono derivare dalle particolari convenienze del caso, sia perchè è un caso in cui, tutto considerato, l’individuo agirà probabilmente meglio abbandonato al suo proprio impulso che sorvegliato in qualsiasi modo dalla società; sia perchè un tentativo di sorveglianza produrrebbe mali più grandi di quelli che si