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1 | la libertà |
quelle critiche che si dirigono a qualunque grande fatto esistente. Ci si accorse allora che certe frasi, come «il potere su sè stesso» e «il potere dei popoli su loro stessi,» non esprimevano il vero stato delle cose; il popolo che esercita il potere non è sempre quello stesso su cui lo si esercita, e il governo di sè stesso di cui si parla non è il governo di ciascuno tenuto da lui stesso, ma di ciascuno tenuto da tutti gli altri. Inoltre, volontà del popolo significa, praticamente, volontà della parte più numerosa ed attiva del popolo della maggioranza insomma, o di quella che riesce a passare per tale. Di conseguenza, il popolo può desiderar di opprimere una parte di sè stesso, e le precauzioni sono, a questo riguardo, utili altrettanto che contro qualunque altro abuso di potere. Per queste ragioni è sempre importante limitare il potere del governo sugl’individui, anche quando i governanti siano regolarmente responsabili verso la comunità, o cioè verso il partito che nella comunità prevale. Questo modo di lumeggiare l’argomento non ha durato fatica a farsi accettare: esso si raccomanda ugualmente all’intelligenza dei pensatori e alle tendenze di quelle classi notevoli della società europea che considerano la democrazia come ostile ai loro interessi. Così ora si pone, nelle speculazioni politiche, la tirannia della maggioranza nel novero dei mali contro di cui la società deve premunirsi.
Come le altre tirannie, quella della maggioranza fu dapprima ed è volgarmente ancora temuta, sopratutto in quanto agisce per mezzo degli atti della pubblica autorità. Ma ogni attento osservatore si accorse che, quando la societa è essa stessa il tiranno — la società collettivamente, rispetto ai singoli individui che la compongono — i suoi mezzi di tiranneggiare non si restringono agli atti ch’essa comanda ai suoi funzionari politici. La società può eseguire, ed eseguisce essa stessa, i suoi propri decreti; e, se ne emana di cattivi, o se ne emana a proposito di cose in cui non dovrebbe entrare, essa esercita una tirannia sociale più formidabile di qualunque oppressione legale: in realtà, se una tal tirannia non dispone di penalità altrettanto gravi, lascia però minor mezzo di sfuggirle; perchè penetra ben più addentro nei particolari della vita ed incatena l’anima stessa.
Per questo, la protezione contro la tirannia del magistrato non basta. Dappoichè la società ha la tendenza: 1.° d’imporre come regole di condotta, con mezzi che non entrano nelle penalità civili, le sue idee e i suoi costumi a quelli che se ne staccano — 2.° d’impedire lo sviluppo e, per quanto è possibile, la formazione di qualunque individualità spiccata — 3.° di costringere tutti i caratteri a modellarsi sul suo proprio — l’individuo ha il diritto di esser