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E due mesi e mezzo prima che questa Sovrana approvazione fosse dalla Direzione comunicata a me.
Oltre tutto questo, che è pure moltissimo, gli statuti furono fatti dalla Commissione fondatrice e dalla Direzione senza il mio concorso, senza che mi si domandasse, o che io offrissi il mio assentimento, e dopo le offerte, dopo i preliminari del contratto, dopo il contratto, sicché, se per essi si potesse menomare o distruggere il valore del contratto mio, ne verrebbe il bel principio di pubblica equità che le cose convenute e stipulate tra due contraenti possono legalmente distruggersi od alterarsi pel fatto di uno solo, per lo scritto di uno dei due, esteso da sè senza il concorso o l’ccettazione dell’altro, e per più, esteso quando più gli fosse piaciuto.
261.° Non si sa dunque vedere qual rapporto legale abbiano gli statuti col contratto mio, e perchè il dottore Cattaneo vi si riferisca e come egli creda che si possa condur a buon fine quel suo bel consiglio, che egli dà alla società (pagina 65), richiamar il mio contratto e di cassarlo; addirittura di cassarlo.
Di queste non se ne fanno più nemmeno in Turchia: ed ove io voglia sostenere quel contratto, per iscioglierlo occorrerà, malgrado i consigli ed i consulti del dottore Cattaneo, l’ingerenza dei tribunali.
262.° Mi fu offerto, e l’offerta fattami non mi si tenne; pure la seconda offerta accettai, e fatto, dalle promesse, sicuro che tutto sarebbe, come io stimava, indispensabile all’esito dell’impresa ed al meglio di essa, corsi da Berlino in Italia. Giuntovi, mi posi animosa all’opera, senza badare a contratti, a condizioni d’interessi.
Vi giunsi il 18 giugno 1837 — i preliminari del contratto furono stipulati il 14 agosto 1837 — contratto fu esteso il 18 gennaio 1838 — e sottoscritto dalla Direzione il 30 settembre 1838, quindici mesi dopo il mio ritorno in Italia.
Si stamparono, e dalla sezione veneta della Direzione, cose non vere e dannose a me, e dopo di avermi chiamato a creare una strada di fèrro da Venezia a Milano, mi si regalò una pubblica patente d’ingegnere di dettagli. Mi lagnai, perchè si trattava d’onore, ma continuai indefesso l’opera intrapresa. Pel ritardo alla sottoscrizione del contratto non mi lagnai nemmeno, e lasciai alla Direzione ben otto mesi di tempo per vincere le ripugnanze del suo segretario dottore Cattaneo.
263.° Spesi due mesi nei concerti colle due Commissioni fondatrici lombarda e veneta, nello stabilire in Verona l’ufficio tecnico, nello scegliere gli ingegneri, offrir loro l’incarico ed unirli, nell’estendere i regolamenti, nel raccogliere e nell’ordinare alcune delle più importanti notizie statistiche.
264.° Il 24 agosto 1837 incominciai il progetto: i lavori geodetici continuarono in un inverno lungo e perverso; pure era compiuto il 22 luglio 1838. Comprendeva e comprende il progetto sommario di tutta l’opera, ed il progetto esecutivo del ponte di Venezia.
265.° Poi fui, per ordine della Direzione, un mese a Milano1; quasi un mese a Venezia2. per assistere la Direzione nella presentazione del progetto, e negli uffici fatti per ottenere che fosse subito sottoposto agli esami; due mesi a Vienna ove il progetto era stato spedito3;
Poi due mesi a Milano4, onde offrire alla Commissione civile e militare lombarda, a cui era stato rimesso per esame, tutti gli schiarimenti occorrenti;