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samente sulla piazza di Lodi, ne uscirebbe una linea spirale che, eseguita, sarebbe per lo meno una bella rarità, e segnata sulla carta potrebbe venir facilmente scambiata per un modello di cavaturaccioli».

E più sotto:

«La linea scelta è concordemente suggerita dalla matematica e dalla economia. Le città basse, da cui la linea si allontana più della prima aspettazione, rispettano giudiziosamente il voto degli esperti, e si rassegnano all’evidenza che con una sola strada non si può giungere dappertutto».

Eppure Mantova, Lodi e Bergamo sono tre belle, grosse, ricche e popolose città. Strà, Dolo e Mira, tre villaggi che non hanno ricca popolazione che precariamente, per breve tempo, due volte all’anno, cioè nella primavera e nell’autunno, nell’epoca delle villeggiature; ebbene! il dottore Cattaneo vuole per Strà, Dolo e Mira il cavaturaccioli che nega a Mantova, Bergamo e Lodi; e per quei tre villaggi dimentica che la linea scelta è concordemente suggerita dalla matematica e dalla economia; e che con una sola strada non si può giungere dappertutto.

249.° Per l’angolatura di Mestre, che il dottore Cattaneo chiama viziosa, egli che possiede quella scienza militare e quella logica che abbiamo veduto, potrà, se lo vuole, scrivere un nuovo articolo nel Politecnico per persuadere quelli che vogliono, per buone ragioni di sicurezza di Venezia, di difesa dello stato, che la strada di ferro sia infilata dalle difese del forte di Marghera, a lasciargliela fare, come egli va fantasticando, senza tanti riguardi per queste miserie di difesa dello stato e di Venezia.

250.° Il rimedio che egli suggerisce per diminuire quella viziosa angolatura di Mestre, di avvicinare cioè il rettilineo di Padova al Dolo, è un rimedio peggiore del male. Accostando il rettilineo, che parte da Mestre e va verso Padova, al Dolo, l’angolo d’incontro dei due rettilinei in Mestre diviene più acuto, e quindi s’accresce la viziosa angolatura.

251.° Quanto alla bontà del terreno, maggiore presso Strà, Dolo e Mira, che dove io ho collocato la strada, se non è una delle solite invenzioni del dottore Cattaneo, è un errore in cui lo hanno condotto i suoi misteriosi pratici della provincia perchè andando dalla linea mia verso Strà, Dolo e Mira, il terreno peggiora sempre e non migliora, diviene sempre più basso, e quasi sempre di più difficile scolo.

Quel pensiero di spezzare il cammino da me tracciato tra Mestre e Padova per toccare i tre villaggi di Dolo, Strà e Mira, che il dottore Cattaneo afferrò appena fu sparso, onde procurarsi, anche in questo, l’onore di porsi in manifesta contraddizione con sè stesso, è uno di que’ pensieri che sorge in quelle piccole menti che, incapaci di una nobile e generosa emulazione, credono di mostrarsi da qualche cosa, gettandosi al guasto delle opere altrui, per poco che ne abbiano il destro, mutando, anche a costo di mutare in peggio, per potersi dar almeno con le parole il vanto di aver mutato. Fu detto, assai giustamente, che nella scienza vi è luogo per tutti, come al sole; pure vi sono di quelli che tentano di far parlare di sè non creando, ma distruggendo, proprio come l’incenditore del tempio di Diana.

252.° Peccato che il dottore Cattaneo siasi troppo affrettato a pubblicare, con le stampe, la di lui Rivista! Con un poco di tolleranza avrebbe potuto aggiungere, a quel suo viaggio del Dolo, la maggior larghezza e la maggior altezza di cui ora si va parlando pel ponte di Venezia.

Della maggior altezza, la voce pubblica, a cui convien starsene... perchè si fa tutto in secreto, non ne dice ancora il perchè. La maggior larghezza si vuole per porvi, in luogo di una, due carreggiate.