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«nel mezzo, tra le due porte Tosa e Orientale, in faccia al borgo di Monforte, perchè il terreno vi è libero e poco costoso, perchè se non si apre alcuna porta nuova nella città, se ne avranno intanto due per dar passo al concorso delle merci e degli uomini, e tutte e due con buoni avviamenti interni; se ne sarà aperta una nuova all’estremo del borgo Monforte, allora se ne avranno tre.
«Che se poi queste condizioni, per fervore del Municipio e dei cittadini, si renderanno migliori nell’ora stretto e povero borgo della Stella, allora la strada di ferro potrà essere avviata a quella volta, quantunque il farlo sarà per essere alcun poco gravoso ed incomodo alla società, per lo spazio ristretto e forse costoso su cui dovrebbero essere collocati i fabbricati e gli stabilimenti di servizio.
«Così esposta nel suo vero la cosa, il Municipio ed i cittadini avrebbero avuto un punto sicuro, un fatto da cui muovere con le loro considerazioni, e sopra cui concentrare le loro risoluzioni.
«Bisogna che il presente miri al futuro, e vi si avvii; ma non bisogna sacrificar il presente al futuro; e se è bello pensare alle generazioni che verranno, non è brutto aver in considerazione le viventi».
245.° Quando, nell’agosto 1838, a progetto compiuto, la Direzione venne per esaminarlo a Verona, avendo in quella occasione la sezione lombarda affermato che il Municipio di Milano era disposto ad allargare il borgo della Stella, e che si erano già incominciate le pratiche a ciò occorrenti, la Direzione decise di dare, tra le due linee, la preferenza a quella del borgo della Stella.
Ecco il fatto della stazione, ecco il prudente motivo del ritardo infrapposto nel risolversi; e chi poi conosce Milano, e sente il dottore Cattaneo chiamar angusto il borgo dei Monforti, a cui io mi era diretto, in confronto di quello della Stella, a cui egli voleva condurmi, avanti che si fosse risolto di allargarlo, frenerà difficilmente le risa.
246.° Siamo finalmente a Mestre, a Strà, al Dolo, alla Mira.
Per Mestre domanda la stazione sul canale di Mestre, e mi critica di non averlo fatto.
Per Strà, Dolo e Mira vuole il passaggio della linea principale, anche perchè, avvicinandovi l’attuale rettilineo di Padova, si scemerebbe la viziosa angolatura di Mestre, e la strada passerebbe, al dir dei suoi pratici della provincia, sopra un terreno migliore.
247.° Se avesse letto il mio progetto a stampa prima di criticarlo, vi avrebbe veduto scritto alla pagina 14 ed al paragrafo 48:
«Una stazione vi è intanto agli estremi di ciascuna sezione, e quindi sono dodici, ec., ec.
«Una a Mestre presso la sponda del canale di egual nome».
Su questo basta, chè vi è già più del bisogno.
248.° Allorché i signori Bergamaschi, colla loro prima Memoria a stampa, chiedevano che la linea principale della strada di ferro da Venezia a Milano passasse per Bergamo, il dottore Cattaneo loro stampò contro1:
Ma se i direttori e gli ingegneri avessero a intersiare nel progetto le pretese di tutti quelli che volessero la strada a modo loro, o non la volessero affatto, qual mostruosità ne uscirebbe? Se si dovessero accogliere le recenti allusioni di un anonimo in un nostro accreditato giornale, non solo bisognava comprendere precisamente Vicenza, perchè la forma dei colli Berici lo comanda, non solo Verona, ma anche Mantova per uso della strategia, e Bergamo per la fiera, e Lodi pel butirro, come se il butirro si facesse preci-
- ↑ Annali di Statistica 1837. Secondo semestre, pagina 290.