Pagina:Milani - Risposta a Cattaneo, 1841.djvu/69


59

Per la zona mi proposi di seguite il maggior transito ed il minor numero di ostascoli da superarsi, ed ove tutto ciò non fosse possibile, tenere il mezzo appunto tra queste due influenze. Bisognava evitare dall’agognar una a spese dell’altra, perchè, altrimenti operando, poteva ben accadere di giugnere ad un intento contrario al propostosi. Gli ostacoli crescono le spese di costruzione, di manutenzione, di transito, quindi la tassa di pedaggio e di trasporto; sicché, ostinandosi a vincerli, al fine di avvicinarsi all’affluenza del transito, può ben darsi che il caro prezzo della tariffa rispinga appunto quello, a cui si era voluto accostarsi, questa tariffa incarendo. Viceversa, andando per l’agevole, onde spendere poco, si può riuscire a guadagnare nulla, cioè ad avere speso molto, se l’agevole vi conduce lontani dalle fonti di guadagno.

Ferma la zona, per la linea mirai, innanzi tutto, ad avere, almeno nella strada principale, pendenze che non fossero superiori al tre per mille, minori anzi per quanto fosse possibile: fatto importantissimo per l’economia di tempo e di spesa nel transito — ove al tre per mille fossi astretto, poterlo aiutare con una immediata contropendenza — toccare il più gran numero di città — accostarmi a quelle che toccar non potessi, ed accostarmivi in guisa, che potessero approfittare della strada da sè o con poca aggiunta di spesa — correr per rette linee riunite da curve di grande raggio — evitare i passaggi sotterra — recar il meno danno od incaglio possibile alle strade esistenti, al corso delle acque, ai luoghi abitati — soddisfar prima al presente, ma avviarsi anche al futuro — e spender poco, salvo lo scopo e la durata dell’opera.

181.° Richiamati al pensiero ed ordinati gli elementi generali e durevoli della pubblica prosperità di tutti i territori! compresi nell’alta parte della pianura lombardo-veneta, e presenti le norme, che ho di sopra indicate, impresi lo studio del terreno, cioè lo studio della zona e lo studio generale della linea.

Per la zona risolsi di attenermi ad una sola per tutto dove le circostanze economiche e la natura del suolo ne dimostrassero evidente la preferenza sopra di ogni altra; e di attenermi a due, od a più, dove questa preferenza rimanesse dubbia.

E per la linea risolsi di determinare, intanto, nella zona già scelta dietro l’ispezione ad occhio, ma però minuta del suolo, l’andamento di una lista di terreno della larghezza non minore di duecento metri, tra i limiti della quale mi si dimostrasse probabile l’esistenza di una linea capace di soddisfare alle condizioni che mi era proposto; e di far poscia scandagliare questa lista colle operazioni geodetiche, onde sul risultato di queste venir finalmente alla determinazione definitiva della linea sopra cui costruire la strada.

182.° Conosceva, come già dissi (paragrafi 176 e 177), il Regno lombardo-veneto, conosceva più particolarmente in esso il corso dell’Adige, del Mincio, dell’Oglio, dell’Adda; i colli del lago ed il terreno frapposto a que’ fiumi. Pure volli riveder tutto, riveder da me,

    che si faccia e si amministri a spese dello stato, sia che si faccia e si amministri per conto ed a spese di alcuni intraprenditori. E fu un grande errore dell’avvocato signor Castelli di Venezia quello che stampò nel di lui Discorso popolare (pagina 19), dicendo che la strada di ferro da Venezia a Milano era un affare in primo capo di pecunia, e non in primo capo di patriotismo, cioè prima un’opera di utilità privata, e poi un’opera di utilità pubblica, e che quindi dovevasi aver cura prima dell’utilità privata, e poi della utilità pubblica. È proprio tutto il contrario. Generalmente l’utilità pubblica e l’utilità privata sono, in questi affari, concordi; ma ove fossero discordi, non si deve sacrificare l’utilità pubblica, presente o futura che sia, ai grossi guadagni degli imprenditori; ma invece, assicurata ad essi una conveniente utilità in proporzione dei capitali impiegati, tutto il resto si deve porre a conto della pubblica utilità. La cosa è piuttosto un assioma, che un tema da dimostrarsi; ma a chi non paresse tanto chiara, come la sembra a me, abbia la pazienza di leggere quello che per provarlo ho esposto nell’Allegato LL’.