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motto arguto. Incominciò il foglio N. 47 del 29 dicembre 1837, inviatomi dalla Direzione in Verona, con un esordio che io non aveva minimamente promosso, che non aveva alcun appicco negli alti antecedenti, ma che parevagli andar proprio a taglio per l’affare Colombani.
Eccolo:
“Quanto alla scelta degli ingegneri, questa sezione si rimette intieramente ai lumi ed allo zelo dell’egregio signor ingegnere in capo; e quando avesse ad enunziare alcuna sua particolare opinione, concorrerebbe appunto in quella.
“di preferire il merito, in qualunque circostanza accademica si ritrovasse, giacché il bisogno dell’impresa richiede piuttosto abilità che abilitazioni. Ciò soddisferebbe anche al voto del paese, e torrebbe adito alle censure degli oppositori”.
156.° Risposi subito direttamente al dottore Cattaneo il 2 gennaio 1838 (Allegato OO .), io essermi sempre servito della mia mano e della mia penna in faccia a tutti, a viso aperto;
spiacermi il di lui rimprovero, perchè indiretto ed ingiusto;
pel signor Colombani, da lui raccomandatomi, aver fatto tutto quello che fare potevasi; il di più essere ingiusto, quindi indegno di me e dannoso all’impresa.
Quel suo piuttosto abilità che abilitazioni esser cosa vecchia, saperla tutti; saperla anch’ io, ma doversi preferire abilità ed abilitazioni ad abilità semplici;
perchè si può farlo,
perchè l’abilitazione è segno, non sempre ingannevole, di abilità;
perchè gli abili e abilitati stanno d’ordinario di mala voglia nello stesso posto e nelle stesse utilità con gli abili soltanto;
perchè il pubblico e libero esercizio dell’arte mia richiedeva non solo abilità, ma anche abilitazione;
perchè in fine mi occorrevano ingegneri abili e abilitati per porli, occorrendo, senza eccezioni a petto di quelli che fossero nominati dalle parti con la società contendenti.
157. E riscontrai il foglio della Direzione, dicendo (Allegato PP.):
turbarsi la concordia tra la Direzione e me — al fatto della stampa del ponte della Laguna ed al titolo di ingegnere de’ dettagli unirsi ora l’esordio del foglio 47 — toltene le precauzioni oratorie, quell’esordio disapprovare il sistema da me seguito nella scelta degli ingegneri; accusarmi di non avere soddisfatto al voto pubblico, di dar adito alle censure degli oppositori — chiedere una conferenza colla Direzione: vi direi delle mie massime, del modo con cui mi vi attengo, delle scelte fatte.
Il dottore Cattaneo non mi rispose.
Le due sezioni della Direzione soggiunsero: approvare tutto ciò che io aveva fatto circa alla nomina degli ingegneri; aver fiducia in me, continuassi, e potersi far di meno della conferenza richiesta. (Allegati QQ, RR, SS.)
158.° Le nomine degli ingegneri non furono dunque ignote alla Direzione: furono invece note alla Direzione, approvate dalla Direzione, e per di più io aveva offerto di dare sopra di esse ogni schiarimento in una conferenza colla Direzione, conferenza che la Direzione stessa dichiarò non occorrere.
Per la scelta degli ingegneri, le approvazioni avutene, dirò meglio, le lodi avutene furono molte: oltre quelle d’ufficio già citate, e più ancora che potrei citarne, ne ebbi anche in via privata. Il signor presidente Reali cosi mi scrisse da Venezia a Verona il 6 dicembre 1837.
“Rilevo con piacere che vi trovate contento dei vostri ingegneri, e a ripetervi il mio sentimento devo sinceramente dirvi che avete fatto una bella scelta per cui viemaggior-