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VII

Se tirerà altri per Bergamo e Monza, sviandoli dalla retta per Chiari e Treviglio, farà danno a se e ad altri.

Ed a quelli poi che fossero per domandare, — come mai una tale conclusione dopo tanto biasimo? — la risposta che il dottore Cattaneo ha preparato è questa; perchè il poco che l’ingegnere Milani ha detto di giusto ed ha fatto di bene, lo ha copiato dal dottore Cattaneo e dall’ingegnere Meduna.

5.° Ma perchè il dottore Carlo Cattaneo, per avventura, non dica che aggruppando, così come ho fatto, per sommi capi le molte censure, di cui mi ha onorato, io offusco lo splendore del loro merito, mi farò ora a disgregarle, e mi permetterò anche, cammin facendo, di strappare di tratto in tratto la maschera alle menzogne sopra cui alcune di quelle censure si appoggiano; di trar fuori la verità dalle tenebre tra cui fu posta, per dare ad altre l’apparenza della onestà; in somma di dire le cose come sono veramente, e non come si studiò di darle ad intendere.

Ed a questa giusta difesa del vero tanto più facilmente mi risolvo, quanto più mi pare di poter credere, per l’indole dello scritto del dottore Cattaneo, al quale rispondo, che questo smascherare di menzogne, questo stenebrare di verità nelle di lui critiche, non siano poi cose che possano turbare minimamente i trionfi che egli si arroga.

6.° Ma schieriamo le accuse per discorrerne poscia partitamente.

[Rivista di varii scritti, ec. Pagina 14.]

I. Seminatore di discordie anche prima di aver preso parte nell'impresa.

[Pagina 25.]

II. Nella stampa del Progetto tacere, a disegno, gli elementi dei calcoli, perchè non si possano riscontrare, per ismarrire i lettori, per coprire le cose.

III. Non pratico degli studii statistici, e per più non curante dei grandi aiuti statistici da lui datimi.

[Pagine 31,37,42,43.]


IV. Ignaro degli studii e dei principii generali che guidano alla scelta opportuna di una linea per una nuova e grande via di comunicazione: egli, il dottore Cattaneo, e non io, avere scelta la linea del progetto; del mio non esservi che l’insensata deviazione della Volta.

[Pagine 10,17,18,31,37,38,39,40,41,64.]


[Pagine 11,12,16,33,34,35,36,37,65.]

V. Il ponte di Venezia averlo io copiato netto da quello dell’ingegnere signor Meduna, e senza alcuna menzione di proprietà. Poche cose avervi aggiunto, e le aggiunte esser follie. Egli, egli il dottore Cattaneo, suggerire le vere aggiunte e mutazioni da farvi per migliorarlo. In fine non esser io che l’ingegnere dei progetti di dettaglio, dirlo l’introduzione posta in fronte alla stampa degli atti officiali dell’adunanza degli azionisti del 21 agosto 1837. Temer io che si sorprenda, in caso di guerra, Venezia pel ponte della Laguna rettilineo, lungo due miglia, posto in mezzo di una fortezza, dietro il forte di Marghera e le batterie di S. Giuliano, di S. Secondo, in vista di tutti i grandi canali, dei legni che il guardano, delle case di Venezia, dei campanili della città; e per più, credere che a questa sorpresa non possa fare scudo che quel giocattolo del ponte girevole.

[Pagine 16,19,41,42.]

VI. L’istituzione dell’ufficio tecnico aver mancato di massime fondamentali, di norme uniformi. Non essersi mai concertato un regolamento che discutesse e guidasse nel merito e nell’ordine le operazioni. Gli ingegneri dell’ufficio tecnico esservi stati assunti come sem-